E Mobility in Italia: il report e lo stato dell’arte

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La E Mobility in Italia è il punto debole dello sviluppo della green economy del Paese e ne abbiamo parlato qui.

Nonostante la nuova Strategia Energetica Nazionale preveda fino a cinque milioni di veicoli elettrici entro il 2030, la situazione attuale è sconfortante. L’Italia è tra gli ultimi Paesi UE per numero di veicoli elettrici e per numero di colonnine (ogni 100.000 abitanti).

Il ritardo accumulato dal settore dei trasporti contribuisce in misura decisiva a porre l’Italia in cima a un’altra classifica, questa volta tutt’altro che meritoria: quella per decessi correlati all’inquinamento atmosferico.
Le emissioni dei veicoli sono responsabili di oltre due terzi delle 90.000 vittime dirette e indirette provocate ogni anno in Italia dall’inquinamento atmosferico.

Il settore dei trasporti, inoltre, è responsabile di più di un terzo delle emissioni di CO2 nazionali, aggiungendo all’emergenza sanitaria quella ambientale.

Lo studio sulla mobilità elettrica che puoi trovare qui “eMobility Revolution” realizzato da The European House-Ambrosetti insieme a Enel e presentato al recente Forum Ambrosetti di Cernobbio porta alla luce tutti gli elementi di ritardo del nostro ma anche i punti di forza a livello industriale che potrebbero posizionarci in cima alla classifica.

Tra il 2005 e il 2016 le immatricolazioni di autoveicoli elettrici sono cresciute ad un tasso medio annuo composto del 41%

In Italia, considerando l’intero perimetro della e-mobility (autoveicoli, motocicli, autobus e veicoli commerciali), la filiera allargata ha un valore che lo studio Ambrosetti quantifica in circa 160.000 imprese coinvolte, oltre 820.000 occupati e un fatturato annuo di quasi 390 miliardi di euro.

Lo studio Ambrosetti sulla E Mobility ha stimato anche la quota di “italianità”, cioè il fatturato che l’industria italiana può verosimilmente catturare sulla base delle proprie competenze e produzioni attuali, che si attesta tra 14 e 59 miliardi di euro al 2025 e tra 41 e 180 miliardi di euro al 2030. Toccherà a un mix di politiche sapienti del governo, iniziativa e investimenti delle imprese e risposta del mercato far sì che lo sviluppo futuro dell’e-mobility in Italia si avvicini alle cifre più lusinghiere ipotizzate dagli studiosi.

 

 

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