Formazione 4.0 un approfondimento

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Approfondiamo quanto emerso a seguito dell’uscita delle normative per la formazione 4.0

Tra le principali istruzioni fornite, è l’apertura ai corsi online in formula di e-learning la novità che potrebbe rilanciare il bonus formazione 4.0 che, per la sua natura innovativa, ha riscosso meno interesse rispetto alle agevolazioni tradizionali rivolte agli investimenti in beni strumentali.

Il credito d’imposta può essere richiesto anche nel caso di corsi di formazione in modalità e-learning. In tal caso il MISE ha chiarito che sarà necessario rispettare una serie di regole perché queste risultino agevolabili.

Bisogna, innanzitutto controllare la presenza alle attività del personale dipendente e mettere in atto strumenti di controllo idonei ad assicurare, con un sufficiente grado di certezza, l’effettiva e continua partecipazione del personale impegnato nelle attività formative.

I corsi di formazione 4.0 devono essere interattivi e prevedere dei momenti di verifica che rispondano ai seguenti requisiti:

  • devono essere almeno quattro per ogni ora;
  • devono essere strutturati su quesiti a risposta multipla;
  • devono essere proposti a intervalli irregolari e non prevedibili dall’utente.

Anche al termine del corso i partecipanti devono affrontare e superare una prova di verifica rispondendo correttamente alla metà delle domande proposte.

Le indicazioni fornite nella circolare pubblicata il 3 dicembre 2018 si applicano alle attività realizzate a partire dalla data di pubblicazione della circolare, mentre per quelle già svolte vigono gli obblighi documentali contenuti nell’articolo 6 del decreto attuativo.

Alle istruzioni operative fornite dal Ministero seguirà una circolare delle Entrate. L’obiettivo è quello di dare maggior appeal all’incentivo rivolto a chi punta sul capitale umano d’impresa per la transizione all’Industria 4.0.

Le attività di formazione 4.0 ammesse sono:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.

Il credito d’imposta formazione 4.0 «Ha posto rimedio a un errore di valutazione», ha commentato Marco Taisch del Politecnico di Milano, «Si è corretto il tiro su un capitolo importante per sanare il gap di competenze digitali di cui soffre il nostro Paese», ha rilevato Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager.

Resta, nell’opinione generale, un dubbio: ovvero che in materia di formazione 4.0 serva una rivoluzione nella mentalità imprenditoriale e politica, per dare senso a incentivi e agevolazioni che pur se disponibili rischiano di risultare inutili qualora le aziende non considerino come una priorità lavorare sulle competenze del proprio personale.

Questa tendenza è stata registrata anche dalla società di management consulting Deloitte, che in un report sulla percezione dei dirigenti riguardo all’avanzamento delle tecnologie 4.0 nelle imprese italiane rileva che solo il 18% degli investimenti è destinato allo sviluppo delle risorse umane, in contrasto con il dato globale del 40%.

Secondo lo studio, la maggior delle risorse è destinata alle nuove tecnologie relative ai processi (59%), al supporto ai clienti (54%) e alla produzione (38%). E molti, hanno la sensazione che sia la scuola a

doversi occupare di formare i futuri lavoratori secondo le esigenze del mercato, sebbene gli strumenti per le aziende non manchino a cominciare dai competence center.

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