Green Economy: l’Italia è un’eccellenza

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Green Economy: tra le eccellenze in Europa c’è l’Italia. Vediamo lo scenario partendo da alcuni dati e da confronti.

L’intensità energetica misura l’input di energia che serve per generare un’unità di prodotto.

In ambito europeo è calcolata come la quantità di tonnellate di petrolio equivalenti per ogni milioni di Euro di attività economica (PIL).

L’indicatore è generico, ma è molto importante per determinare l’impatto ambientale del modello di sviluppo adottato per ogni singolo Paese.

Con 13,7 tonnellate di petrolio equivalenti per ogni milione di euro di PIL, l’Italia supera la Francia (14,4), la Spagna(15) e la Germania(17,1).

L’intensità carbonica, poi, è fra le più basse dell’area dell’Unione Europea.

L’intensità carbonica misura la quantità di C02 prodotta per ogni unità di prodotto e in ambito europeo viene calcolata in tonnellate di anidride carbonica equivalenti per milione di Euro di PIL.

L’Italia della green economy quindi ne produce 101,1 tonnellate mentre la Spagna 112,9 e il Regno Unito 126,3.

Le ragioni per questi ottimi piazzamenti sono certo da vedere anche alla luce della delocalizzazione dell’industria manifatturiera e della Grande Recessione, ma non possiamo dimenticare le politiche di stimolo e incentivazione che sono state promosse nel corso degli anni dalle istituzioni nazionali ed europee nel campo dell’efficienza energetica e dello sfruttamento delle Nuove Fonti di Energia Rinnovabile.

ITALIA GREEN ECONOMY ARTICOLO

L’Italia ha raggiunto con sei anni di anticipo (nel 2014) gli obiettivi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili concordati in sede europea.

Secondo le ultime rilevazioni, la Germania produce il 14,6% di energia da fonti rinnovabili con un target per il 2020 del 18%, la Spagna il 16,2% (sul 20%), la Francia il 15,2% (su 23%).

Buoni i risultati anche sulla politica della raccolta differenziata dei rifiuti.

I dati rilanciati dal Kyoto Club calcolano che il Belpaese destina il 76,9% dei rifiuti prodotti al riciclaggio, contro il 36,1% della Spagna, il 42,7% della Germania, il 43,6% del Regno Unito e il 53,6% della Francia, mentre un recentissimo studio congiunto Utilitalia- PricewaterhouseCoopers, che adotta una metodologia diversa, colloca l’Italia (49%) al secondo posto dietro alla Germania (68%) ma sempre davanti al Regno Unito (45%), alla Francia (40%) e alla Spagna (35%).

Il valore della Green Economy, infatti, vale già oggi il 13% del Pil e dà lavoro a quasi tre milioni di persone, in molti casi con una formazione avanzata alle spalle e un reddito superiore alla media.

Le aziende che investono in efficienza energetica o in tecnologie green, inoltre, risultano più competitive e godono di migliori prospettive.

Tuttavia, gli ottimi risultati sinora raggiunti non devono essere un traguardo, quanto piuttosto un trampolino verso il futuro.

L’Italia della green economy ha raggiunto quindi ottimi risultati. Deve ora migliorare nel campo della E-Mobility.

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