La batteria di flusso costruita con materiali economici e atossici non è il futuro, ma rappresenta una bella notizia per il nostro presente.
Qualche settimana fa abbiamo raccolto e condiviso l’allarme secondo il quale il mercato dei metalli potrebbe presto a dover affrontare una criticità seria.In questi giorni, però, lo scenario è occupato dalle indiscrezioni emerse in relazione a una nuova batteria di flusso in grado di far compiere un grande progresso nel settore dell’energy storage.
Impiegando materiali economici e atossici per la sua realizzazione.
Ne dà notizia Reuters riprendendo le dichiarazioni di Lockheed Martin Corp, un colosso del settore aerospaziale statuinitense.
Quando si parla di accumulo su larga scala, sono indubbi i vantaggi che presentano le batterie di flusso rispetto alla tecnologia al litio: maggiore ciclo di vita e offrono indipendenza tra energia stoccata e potenza erogata. Vengono inoltre eliminati gli svantaggi che si presentano sotto forma di degradazione mostrati dal litio.
“Si apre la possibilità non solo di rendere le rinnovabili più commerciabili e più utili, si potrebbe addirittura modificare la struttura di almeno una porzione del mercato delle utility”, ha detto ai giornalisti Leo Mackay, vicepresidente senior per la sostenibilità e l’etica di Lockheed presso il Global Vision Center dell’azienda in Virginia.
Il progetto, secondo Mackay, punta al mercato delle utility e la data prevista è stimata entro un anno.
Nel complesso, quello delle batterie di flusso è un mercato in forte crescita.
Oggi vale 173,6 milioni di dollari e si prevede che sia destinato ad aumentare fino a 943,6 milioni di dollari entro l’anno 2023, con un CAGR in crescita del 32,60 per cento.
Infine, Lockheed, che ha sviluppato tecnologie di batteria avanzate per il suo programma spaziale per decenni, dichiara che le batterie di flusso possono durare da 6 a 10 ore rispetto alle 2 o 4 per le batterie agli ioni di litio.
L’impiego più logico, accennato da Lockheed è quello dei generatori di elettricità durante le ore di punta.
Le utenze infatti hanno sempre dovuto fare affidamento su grandi centrali elettriche, mentre con le batterie di flusso si darebbe una grossa mano alle utility avvicinandole al territorio e ad essere meno dipendenti dalla centralizzazione.