Le città più Hi Tech del mondo sono state listate nell’ Innovation Cities Index 2018.
Uno studio sviluppato da 2Thinknow, società australiana specializzata nell’analisi dei dati.
I criteri per stabilire la lista rispondono a 162 parametri diversi che spaziano dagli ambiti culturali alle infrastrutture per le persone, fino al network dei mercati presenti.
Le città più Hi Tech del mondo hanno conquistato posizioni in lista anche grazie a numeri di brevetti pro capite, presenza di startup, venture capitalist e grandi società tech.
Forse proprio per questo non stupisce che la vetta sia stata conquistata da Tokyo (per la prima volta nella storia) in quanto è riuscita, nell’anno in corso, ad abbracciare la tecnologia smart e a diventare polo di avanguardia nell’industria robotica e 3D.
Londra la segue, fra le città hi tech del mondo, che oltre a confermarsi una capitale finanziaria emerge per il suo essere hub teclologico.
Strano a dirsi, la Silicon Valley è medaglia di bronzo nonostante i colossi Apple, Google, Facebook, HP, Intel, Tesla e Netflix.
Le città più hi tech del mondo italiane sono molto arretrate nella lista. La prima è Milano, al quarantesimo posto, dove hanno sede UniCredit e Pirelli.
Roma invece è quarantasettesima con Enel e Leonardo.
Insomma, da questa lista pare evidente che innovazione e tecnologia si realizzano là dove ci sono investimenti e le grandi idee insieme alle grandi aziende sono a proprio agio per crescere se trovano contesti e situazioni in cui gli investimenti vengono promossi ed effettuati.
Anche a livello europeo, l’Italia non si muove benissimo, posizionando Milano in tredicesima posizione e Roma in diciassettesima.
Più sotto, in ordine ma dopo la posizione numero cento, Napoli(136°, 51° in Europa), Torino (164°, 64° in Europa), Firenze (211°, 80° in Europa), Bologna(231°, 89° in Europa), Venezia (277°, 105° in Europa), Parma (295°, 111° in Europa), Padova(318°, 121° in Europa), Verona (319°, 122° in Europa), Modena (333°, 127° in Europa) e poi chiude Trieste (339°, 130° in Europa).
Insomma, da questo punto di vista la lista dei buoni propositi per l’anno nuovo per l’Italia è lunghissima.
