Boeing 737 Max 8: un software italiano per evitare incidenti

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Boeing 737 Max 8 è diventato un argomento caldo dopo il disastro aereo che ha coinvolto Kenya/Ethiopian Airlines.

Sul tema dell’interfaccia uomo-macchina, industriatialiana.it ha raccolto le informazioni relative alla soluzione software made in Italy che potrebbe evitare incidenti di questo tipo.

Nell’articolo che puoi leggere a questo indirizzo nella sua totalità, Marco Scotti e Chiara Volontè hanno contattato Leopoldo Verde, responsabile unità sistemi di bordo del Cira, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua.

Nell’intervista pubblicata, Verde insieme a Pierpaolo De Matteis – responsabile del settore aeronautica per la medesima struttura – spiegano i motivi secondo i quali la tragedia del volo Ethiopian precipitato il 10 marzo scorso non significhi che volare sia meno sicuro di un tempo, anzi.

Secondo le indagini, a causare il disastro aereo sembra essere stata una lettura errata da parte dei sensori del cosiddetto “attack angle” ovvero una misura fondamentale in fase di decollo per calcolare la velocità di salita rapportata a quella dell’aria.

Cira ha recentemente elaborato e brevettato un software che misura l’angolo di attacco basandosi sull’integrazione di altre misure che provengono dal velivolo oltre ai sensori inerziali e gps.
In questo modo i dati che si ottengono da sensori differenti non soggetti alle stesse possibilità di errore risultano sicuramente più affidabili rispetto a quanto utilizzato sul Boeing 737 Max8.

«Abbiamo elaborato questo software – conclude Verde – per una specifica esigenza nata negli Usa. Sui velivoli di piccole dimensioni, come gli ultraleggeri, non c’è l’obbligo di montare un misuratore di velocità angolare di attacco, anche se sarebbe preferibile. Il problema è che un dispositivo di questo tipo ha un costo molto elevato, fino al 20% del prezzo del velivolo. Se, infatti, un ultraleggero può costare 50-60.000 euro, un sensore in grado di registrare l’angolo di attacco può arrivare a 10.000.

Il software che abbiamo sviluppato, invece, viene venduto negli Usa a 100 dollari. Il nostro applicativo funziona come un esame medico che consente di fare una diagnosi prendendo una serie di parametri ed arrivando a una malattia “nascosta”. Possiamo desumere la misurazione di base ed estrarla senza dover impiantare dispositivi invasivi e costosi. Ora, dopo queste tragedie, potrebbe nascere l’interesse anche da parte delle grosse compagnie».

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