Chatbot nemici o assistenti imperfetti?

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Chatbot. Ovvero robot online ancora imperfetti. Ovvero forme di intelligenza artificiale che si apprestano a diventare sempre più importanti nei prossimi anni.

Chatbot. Ovvero qualcosa che può generare inquietudine perché il dialogo tra umano e robot – almeno nell’immaginario collettivo – viene associato ai film di fantascienza che abbiamo visto nella nostra vita. E se va bene arrivano anche le immagini di 2001: Odissea Nello Spazio con quel mattacchione di Hal.

Ci siamo abituati a pensarli come delle app, ma un Chatbot non è una app, almeno non necessariamente.  Il funzionamento di questi assistenti personali è molto semplice: come predetto da Kubrick nel video, possiamo rivolgere loro domande (avete presente i dispositivi chiamati smart speaker? questo tipo di assistente virtuale esegue comandi e attiva servizi) e ottenere risposte.

L’impiego in cui sono più visibili è quello dell’assistenza clienti che forniscono le aziende. E su questo aspetto è stata pubblicata di recente una indagine di Trustpilot, una delle maggiori comunità di recensioni online.

Ecco cosa emerge:

il 50,1% degli intervistati non si fida del software

Il 13,9% non acquista su siti che utilizzano esclusivamente assistenti virtuali

Il 46,5% non ama gli assistenti virtuali perché sono privi del fattore umano e il 26,6% pensa che non saranno mai abbastanza intelligenti

Al 38,8% del campione i Chatbot non sono riusciti a fornire una risposta al proprio problema e solo ll 10,6% ha potuto riscontrare risposte pertinenti alle proprie domande.

In conclusione, quasi il 50% degli intervistati è del parere che questi assistenti possano in un futuro prossimo rimpiazzare l’assistenza clienti fisica e si sente quindi minacciato dai robot.

“I risultati di questo sondaggio colpiscono in quanto emerge come, sebbene sempre più aziende stiano facendo ricorso all’uso di chatbot per il servizio clienti, i consumatori italiani in realtà non sono pronti e non hanno ancora fiducia in tale mezzo, poiché reduci da esperienze non soddisfacenti di interazione con questi assistenti virtuali. Allargando la nostra indagine anche al resto d’Europa abbiamo notato come i risultati non siano dissimili negli altri paesi, ragion per cui affinché il livello di soddisfazione aumenti c’è ancora molto da fare in questo ambito e non solo in Italia” è il commento di Claudio Ciccarelli, Country Manager di Trustpilot in Italia.

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