La finanza sostenibile è un tema controverso.
Lo abbiamo introdotto parlando di Banca Etica sempre qui sul nostro blog e ora approfittiamo di una bella intervista a Tariq Fancy, ex dirigente del fondo americano BlackRock.
BlackRock con Tariq Fancy consentiva alla finanza attenta ad ambiente, società e governance di fare breccia nel modello di affari consueto.
Ora una delle figure di spicco della finanza sostenibile sostiene che, in fin dei conti, questo sistema non funzioni.
O, meglio, che possa funzionare soltanto con interventi governativi che devono applicare regole stringenti.
Secondo Fancy le persone si sentono a posto con la coscienza quando ritengono di partecipare attivamente alla finanza sostenibile perché sono portate a pensare che i loro capitali e risparmi siano investiti condividendo alcuni se non tutti i valori di chi investe.
Fancy osserva che le aziende non facciano business green perché utile per il Pianeta, bensì lo fanno quando per queste stesse aziende il green diventa utile per generare profitti sul breve termine.
Quindi finanza sostenibile ma solo se c’è un ritorno sul breve termine?
Forse è proprio così, secondo Fancy. La finanza sostenibile lo sarà davvero soltanto quando i governi opereranno modifiche sostanziali ad esempio alla leva fiscale. Imponendo di fatto una carbon tax su certi prodotti in modo da dover alzare i prezzi al pubblico e in questo modo assicurarsi che le persone smettano di acquistarli.
Nell’intervista, Tariq Fancy entra anche nelle pieghe del sistema americano, non prima di aver osservato che nel mondo dei grandi gestori di fondi (come appunto è BlackRock) i prodotti ESG vengono proposti perché da una parte gli investitori non vedono come gravose le commissioni più alte che vengono applicate (del resto stanno facendo qualcosa di buono) e dall’altra immaginano che stiano togliendo fondi a società “cattive”.
Spesso sottovalutando il fatto che ci sarà sempre qualche fondo speculativo che sarà pronto a comprare quelle quote “buone” finché resteranno redditizie. In sostanza è un cane che si morde la coda.
Il sistema finanziario non è in grado di autoregolarsi.
Se nel calcio domani sparissero regole e arbitri, si giocherebbe sporco. Nella finanza è accaduta la stessa cosa.
Questo è uno dei passi dell’intervista che merita di essere letta per intero. La trovi a questo link.